Helen Phillips, La bella burocrate


#HelenPhillips

#Labellaburocrate, #SafaràEditore

#Bologna

http://www.helencphillips.com/

Video di Presentazione

Presentazione dal Festival di Mantova

Quali sono, invece, gli autori che l’hanno ispirata?
“Calvino è una delle influenze più importanti sul mio lavoro. Ho letto le sue Città Invisibili, una rivelazione: ho capito che un libro per essere un romanzo non deve sembrarlo per forza. E mi ha dimostrato che la narrativa non sempre segue un arco tradizionale, come nel caso di Se una notte d’inverno un viaggiatore. Altre influenze provengono da Margaret Atwood, Jorge Luis Borges, Dino Buzzati, Lydia Davis, Franz Kafka, Jamaica Kincaid, Ursula K. LeGuin, Kelly Link, Gabriel García Márquez, Haruki Murakami, Jenny Offill e Kurt Vonnegut”.

CHI È IL MIO PROSSIMO, Vito Mancuso – PROSSIMITÀ

 

Bologna, P.zza Galvani

 Lei è una giovane autrice newyorkése tradotta per la prima volta in Italia, letteratura di genere distopico, opposto di utopico, come rappresentazione di una società fittizia, alienante, di estremi visivi spesso apocaĺittici, nelle scene e negli stati emozionali, detta anche “favola nera” senza morale…io sono andata perchè i suoi riferimenti letterari riguardano alcuni autori a me molto cari( marginalmente Jorge Luis Borges, Marquez, di struttura Calvino, Buzzati, Orwell, Murakami)…e poi le serie televisive distopiche mi interessano per quello che arrivano a toccare…da black mirror a westworld, ad hunger games…la scenografia visiva in letteratura… scrivo un estratto per fare capire: ” Arrivata a metà del pacchetto la sua lingua iniziò a sanguinare, tagliata dalla caramella che si disintegrava nella sua bocca, affilata come ossa di uccello”.  Forte impatto, visione filmica e allo stesso tempo suspence, attesa emozionale su piani di scrittura non consequenziali…thriller esistenziale.

Librerie.Coop P.zza Galvani, Bologna Editore Safarà

Link utili su Buzzati e Calvino

Visionari

http://www.teche.rai.it/personaggi/dino-buzzati/

http://www.teche.rai.it/personaggi/italo-calvino/

‘Ryuichi Sakamoto: Coda’ Review | Venice 2017 |


SINOSSI

Riconosciuto come uno dei più importanti artisti del nostro tempo, con la sua prolifica carriera Ryuichi Sakamoto ha attraversato oltre quattro decenni, da star del techno-pop a premio Oscar come compositore di colonne sonore. L’evoluzione della sua musica è coincisa con le diverse tappe che hanno segnato la sua vita. Dopo Fukushima, Sakamoto è diventato l’icona dei movimenti attivi in Giappone contro il nucleare. Con il ritorno alla musica dopo l’esperienza del cancro, l’ossessiva consapevolezza di Sakamoto delle crisi che scandiscono la vita culmina in un nuovo strepitoso capolavoro. Ryuichi Sakamoto: Coda è il ritratto intimo dell’artista e dell’uomo.

Sito della Biennale

Link

Video della conferenza

Approfondimento

Carmelo Bene recita Dante dalla torre Asinelli – 2agosto


#AccaddeOggi 31 Luglio 1981 #2agosto

Dopo di lui, Alessandro Bergonzoni alla Repubblica delle Idee

https://youtu.be/HEEmQFl5e_w

“[…] la Madonna m’appariva beata, poi che devotamente io dicevo, rivolto a lei. Io le parlavo, ma non ero quel dire. La vedevo. Evocato, il miraggio sussisteva, finché di nuovo io immemore, seguitava il mio stesso discorso a dire, e la visione dileguar dentro il discorso, da che la mia preghiera l’aveva – ora intendo – estromessa.V’era (v’è) dunque, un apparir della voce che sempre si verifica se conferisci c o n, se parli a.

Quand’io incominciai a render vano
l’udire
mi diceva la voce, il mio interno cantar l’ascolto, e, ventilata da un’ala d’emicrania, la mia mente d’altrove profondava nel sud del Sud dei santi; ma depensata lieve mongolfiera in celeste balia sull’infinito del mare stanco […]”

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Carmelo Bene recita Dante dalla torre Asinelli

Il popolare attore e drammaturgo Carmelo Bene recita la Lectura Dantis dal terrazzo alla base della torre Asinelli, davanti a una grande folla assiepata lungo tutta la via Rizzoli. L’occasione è il primo anniversario della strage alla stazione, celebrato con quattro giorni di manifestazioni e convegni.

 

Sala Borsa di Bologna, Cronologia

 

 

 

 

 

LA NUBE DELLA NON CONOSCENZA


LA NUBE DELLA #NONCONOSCENZA

#Anonimo

The Cloud of #Unknowing (anonimo)

Link al libro

Bibliografia: Mistica

 

Google books

 


Sublime e Visioni di Fede – Ashes and Snow – Gregory Colbert


 Ashes and Snow

Ashes and Snow by Gregory Colbert

 

“Strano come, appena pronunciata, una cosa perde il suo valore. Crediamo d’essere scesi sul fondo dell’abisso, ma quando risaliamo, le gocce rimaste sulle pallide punte delle nostre dita, non hanno più nulla del mare da cui provengono. Crediamo d’avere scoperto una fossa piena di tesori meravigliosi, ma, quando risaliamo alla luce, ci accorgiamo di avere con noi solo pietre false e frammenti di vetro. Nella tenebra, intanto, il tesoro continua a brillare, inalterato”.

 Maurice Maeterlinck

 

 

Feather to Fire

Ogni vita converge a qualche centro,
dichiarato o taciuto;
esiste in ogni cuore umano
una mèta

CH’ESSO FORSE OSA APPENA RICONOSCERE,
TROPPO BELLA
PER RISCHIARE L’AUDACIA
DI CREDERVI.

CAUTAMENTE ADORATA, COME UN FRAGILE CIELO;
RAGGIUNGERLA
SAREBBE IMPRESA DISPERATA COME
TOCCAR LA VESTE DELL’ARCOBALENO.

MA PIÙ SICURA QUANTO PIÙ DISTANTE
PER CHI PERSEVERA;
E COME ALTO ALLA LENTA PAZIENZA
DEI SANTI È IL CIELO!

NON L’OTTERRÀ FORSE LA BREVE PROVA
DELLA VITA, MA POI
L’ETERNITÀ RENDE ANCORA POSSIBILE
L’ARDENTE SLANCIO.

C.1863

EMILY DICKINSON

 

Io vivo nella Possibilità,

una casa più bella della Prosa,

di finestre più adorna,

e più superba nelle sue porte.

 

Ha stanze simili a cedri,

impenetrabili allo sguardo,

e per tetto la volta

perenne del cielo.

 

L’allietano visite dolcissime.

E la mia vita è questa:

allargare le mie piccole mani

per accogliervi il Paradiso.

 

c. 1862 Emily Dickinson

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John Maler Collier “Lady Godiva”


La bellezza regna sul mondo come una promessa di verità!

L’eterno femminile che ha ragione delle cose del mondo, che genera la vita, l’amministra, la governa, si può comandare anche con una carezza!

La leggenda

Secondo la tradizione popolare, la bella Lady Godiva prese le parti della popolazione di Coventry, che stava soffrendo per le tasse oppressive imposte da suo marito. Lady Godiva gli chiese più volte di toglierle, ma il marito rifiutò sempre.
Stanco delle sue suppliche, le disse che avrebbe dato ascolto alla sua richiesta solo se avesse cavalcato nuda nelle vie della città. Lady Godiva lo prese alla lettera e, dopo la pubblicazione del proclama dove si raccomandava a tutte le persone di mantenere chiuse porte e finestre, cavalcò in Coventry, coperta soltanto dai suoi lunghi capelli.
Soltanto una persona nella città, un sarto poi conosciuto come Peeping Tom, disobbedì al proclama.[8] Nella storia, Tom fece un foro in una persiana per poter vedere il passaggio di Godiva e rimase cieco. Alla fine, il marito di Godiva mantenne la sua parola e abolì le tasse onerose.[7]

Lady Godiva di Edmund Blair Leighton(1892)

Una versione ancora più antica della leggendaracconta che Godiva attraversò il mercato di Coventry da un’estremità all’altra, mentre la gente era riunita, scortata solo da due cavalieri.[9] Questa versione è fornita nella Flores Historiarum da Roger di Wendover, un collezionista di aneddoti (morto nel1236).

La storia successiva, quella con il relativo episodio che riguarda Peeping Tom, comparve per la prima volta nelle cronache attorno al XVII secolo. A quel tempo, i penitenti erano soliti fare una processione pubblica soltanto con un piccolo indumento bianco simile a un odierno slip, che era certamente considerato biancheria intima. Quindi, alcuni studiosi ipotizzano che Godiva abbia realmente attraversato la città, come una penitente. La storia di Godiva passò poi nel folklore popolare e venne romanzata.

C’è anche un’altra teoria secondo cui la “nudità” di Lady Godiva potrebbe invece riferirsi al fatto che cavalcò per le strade senza i suoi gioielli, segno distintivo della sua appartenenza alla nobiltà. Resta comunque forte il dubbio se la famosa cavalcata sia un fatto storicamente accaduto.

Come la storia di Peeping Tom, anche il particolare che solo i lunghi capelli di Godiva avessero nascosto la sua nudità sarebbe un’aggiunta successiva (confrontare la fiaba di Raperonzolo). Anche altri elementi della storia hanno alcuni elementi in comune con il mito, la leggenda e le fiabe. Ad esempio, la storia di Peeping Tom che diventa cieco richiama i motivi del mistero violato e della punizione dell’intruso presenti in miti come quello di Diana e Atteone.

Lady Godiva

http://it.wikipedia.org/wiki/Lady_Godiva

http://www.francescodallera.it/lady%20godiva.htm

I Preraffaelliti

http://it.wikipedia.org/wiki/Preraffaelliti

Il Golem di Gustav Meirink, 1915 – Osiride, La Lepre e L’Ermafrodito


…e la vita del giorno divenne sogno

Il golem (di Gustav Meyrink) from Yodosan on Vimeo.

III.
“Se così era, veniva la a figurare rovesciata sul retro della pagina?
Voltai la pagina e trovai conferma alla mia supposizione.
Involontariamente andai leggendo anche questa pagina sino in fondo, e così quella di fronte.
E continuai, continuai senza fermarmi.
Mi parlava, quel libro, come parla il sogno, ma più chiaramente, molto più perspicuamente del sogno. Arrivava a toccarmi il cuore, come un implorazione.
Le parole fluivano da una bocca invisibile, prendevano vita, arrivavano sino a me. Si giravano, volteggiavano davanti ai miei occhi come schiave dalle vesti variopinte, sprofondavano poi nel pavimento dissolvendosi simili a vapore iridescente nell’aria, facendo luogo a quelle che seguivano. Sperava ognuna per un attimo che avrei scelto lei, rinunciando alla compagna che già l’incalzava.
Talune stavano fra loro, incedendo sfarzose come pavoni, ammantate in vesti scintillanti, il passo lento e misurato.
Altre ancora erano come regine, ma invecchiate e segnate dalla vita, le palpebre grevi di bistro, con segni meretrici tutt’attorno alla bocca, e le rughe sepolte sotto un orrendo belletto.
Le guardavo passare, lo sguardo mi scivolava sulle lunghe sequenze di grigie figure dai volti così comuni e inespressivi, che mi pareva impossibile imprimerle nella memoria. […] Pag.15
[…] Non era più un libro, questo che mi parlava. Era una voce. Una voce che da me voleva qualcosa, che non comprendevo, per quanti sforzi facessi. Che mi torturava con domande struggenti, incomprensibili. […]


Il Bagatto…[…] – Ogni domanda che un uomo possa fare ha già la sua risposta nell’istante medesimo in cui l’abbia posta al suo spirito…L’intera vita altro non è che una serie di domande divenute forme, che hanno in sè il germe della risposta, e di risposte gravide di domande…[…] Pag. 97 Cap.X Luce

[…]E come il Bagatto è la prima carta del gioco, così l’uomo è la prima figura nel suo proprio libro di immagini, il suo doppio: la lettera ebraica aleph che, costruita secondo le forme dell’uomo, con una mano indica verso il cieloe con l’altra il basso; ciò significa, così come è sopra è anche sotto, così come è sotto è anche sopra…[…]Pagg. 98\99 Cap.X Luce

[…] Mi ha detto una volta mio padre che ci sono due aspetti della Cabala: uno magico e uno astratto, che non è mai possibile far coincidere. Quello magico, certo, potrebbe risolvere in se stesso quello astratto, ma mai, in nessun caso, potrebbe avvenire l’inverso. L’aspetto magico è un dono, l’altro invece può essere acquisito, per quanto solo con l’ausilio di una guida. _ Ritornò all’argomento iniziale: – il dono è ciò a cui anelo; quel che posso ottenere lottando è per me indifferente e privo di valore, come polvere. Se solo penso che potrebbe venire un epoca in cui dovessi vivere senza questi miracoli…[…] Pag.145


[…] In particolare l’appeso: che cosa mai poteva significare?
Un uomo è sospeso a una corda tra cielo e terra, la testa in giù, le braccia legate dietro la schiena, la gamba destra incrociata sulla coscia sinistra, sì da configurare una croce su un triangolo capovolto. Incomprensibile simbolo. Pag.144 Cap. XIV Donna

Una cosa sola avevo stabilmente acquisito: che l’insieme e la successione delle cose date che costituiscono di fatto la nostra vita è un vicolo cieco, per vasto e accessibile che possa a prima vista sembrare. Sono gli angusti e occulti sentieri a ricondurci nella patria perduta: ciò che con fine, quasi invisibile scrittura sta inciso nel nostro corpo e non l’orribile cicatrice che vi lascia la raspa dell’esteriorità della vita, nasconde la soluzione degli ultimi segreti. Pag.67 Cap. VII Il Risveglio

Borges, caro Borges:

“Senza riflettere a quel che facevo, ritornai nell’atelier di Savioli e afferrai l’anello della botola, finché mi riusci di sollevarla.
Per qualche istante, nient’altro che oscurità.
Poi vidi: stretti, ripidi gradini precipitavano nel buio fitto. Presi a scenderli.
Per un po’ andai tastando con le mani lungo i muri, ma il percorso sembrava senza fine: nicchie umide di muffa e tanfo – giravolte, angoli, cantoni – corridoi che s’aprivano diritti a destra e a sinistra, resti di una vecchia porta di legno, ramificazioni, e poi ancora gradini, gradini, gradini verso l’alto e verso il basso. D’appertutto un soffocante odore di terra putrida.
Non un filo di luce.Pag.84 Cap. IX Spettri 
 
http://it.wikipedia.org/wiki/Gustav_Meyrink


Borges da “Testi Prigionieri”
29 aprile 1938
Biografia Sintetica
Gustav Meyrink

[…] Il Golem è un romanzo fantastico. Novalis auspicava . Comporre narrazioni simili è tanto facile quanto è impossibile
comporle in modo che non siano illegibili. Il Golem – incredibilmente- è onirico e tutt’altro che illeggibile.
E’ la storia vertiginosa di un sogno. Nei primi capitoli (i migliori) lo stile è mirabilmente visivo:
negli ultimi si moltiplicano i miracoli da romanzo d’appendice, l’influenza di Baedeker è più forte di
Edgard Allan Poe, …Non so se il Golem sia un libro importante; so che è un libro unico. […]
pag.221\222

Da Modus Vivendi di Zygmunt Bauman


Carovane – Marco Polo
Un fondamentale, Bauman, assieme a Augé e Le Goff, suo il conio della definizione illuminante di modernità “liquida”. 
Liquido e senza reale consistenza, come lo spazio effimero in cui scrivo, anzi no segno, ora. Lo scrivere presuppone un supporto tangibile, queste sono parole in dissolvenza.
“La paura ci spinge a un atteggiamento difensivo. Una volta assunto, esso dà immediatezza e concretezza alla paura. Sono le nostre reazioni che trasformano gli oscuri presagi in realtà quotidiane, facendo diventare carne la parola.”
Da imparare a memoria il capitolo “L’utopia nell’età dell’incertezza” a pag. 107 (un pensiero veloce ed intenso va ai due Tommaso ideali… Moro e Campanella)
” Il tempo scorre e il trucco sta nel cavalcare l’onda. Se non vuoi affogare, devi continuare a surfare, e questo significa cambiare il guardaroba, il mobilio, la tappezzeria, l’aspetto e le abitudini – in breve te stesso – il più frequentemente possibile… 
…Oramai il gioco più popolare del momento si chiama fuga. Dal punto di vista semantico, la fuga è esattamente il contrario dell’utopia, ma dal punto di vista psicologico è nelle circostanze attuali, il suo unico sostituto disponibile…Alle tue preoccupazioni e ai tuoi sforzi non rimane altro che concentrarsi sulla lotta per evitare di perdere…cerca almeno di rimanere tra i cacciatori, giacché l’unica alternativa che hai è quella di ritrovarti tra le prede..
Marco Polo parla tramite Italo Calvino, nelle Città invisibili.
“L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e sapere riconoscere chi è cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.”

Louise Bourgeois – The Spider, The Mistress and The Tangerine, I Do I Undo I Redo


…e ci lascia anche la Bourgeois…ma nei miei occhi rimarrà per sempre il suo gigantesco ragno, nella hall della Tate a Londra..dieci anni fa…le visioni rimangono a chi ti ha ammirata..grazie..

“..Lo sguardo però non è mai innocente: noi non vediamo solo con gli occhi, sia perché “in ogni percezione echeggia un pensiero”, sia perché l’occhio “è sempre antico, ossessionato dal proprio passato e dalle suggestioni vecchie e nuove, che gli vengono dall’orecchio, dal naso, dalla lingua, dalle dita, dal cuore e dal cervello”…”

( Remo Bodei – Paesaggi Sublimi )
http://www.tecalibri.info/B/BODEI-R_paesaggi.htm

La personale a lei dedicata alla Tate nel 2007, dopo che il suo Ragno aveva inaugurato nel 2000, l’apertura della Tate stessa: ed io lo vidi per sempre!

E’ scomparsa la scultrice francese Louise Bourgeois, una delle più grandi e significative figure del panorama artistico contemporaneo. Era nata a Parigi il giorno di Natale del 1911. Lo ha reso noto, “con profondo dolore” la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, proprio nel momento in cui si sta ultimando l’allestimento a Venezia della mostra di suoi inediti “Louise Bourgeois. The Fabric Works”.

 

http://www.youtube.com/watch?v=JMdWNwOWnng

Odilon RedonL’Araignée qui pleure(1881)


Louise Bourgeois - The Spider, The Mistress and The Tangerine

“Tessere non significa soltanto predestinare (sul piano antropologico) e riunire insieme realtà diverse (sul piano cosmologico), ma anche creare, far uscire dalla propria sostanza, come fa il ragno costruendo da sé la propria tela”; così si esprime Mircea Eliade nel suo Trattato di storia delle religioni. Nell’immagine della ragnatela, ci sarebbe dunque – presso molti popoli – una compresenza di archetipi: la creazione, il ponte, il destino.
La ragnatela assume tuttavia anche significati più pragmatici seppure sempre legati alla perfetta architettura della sua realizzazione. Tra questi si ricorda la simbologia associata alla dialettica, basata sull’idea che le parole possano intrappolare l’interlocutore come il ragno la sua preda.
Sulla simbologia del Ragno:

Fernand Khnopff – Des Caresses – 1896 –


IL SIMBOLISMO BELGA
Des Caresses – 1896 –
Per capire un opera, oltre alla conoscenza accademica, allo studio applicato,
alla esperienza fisica e visiva delle mostre,
alla ricerca meticolosa in archivi dimenticati, oltre questo approccio oggettivo utile alla conoscenza, per me è indispensabile saper vedere, guardare oltre ciò che viene rappresentato.
Utilizzare la sensibilità, il linguaggio delle emozioni, che mi contraddistingue come individuo; chiedermi cosa voglio vedere nell’opera d’arte,
che mi appartiene, di intimamente mio, oltre a quella magia estetica che mi rapisce, senza la necessità di adottare logica alcuna.
Non posso fare a meno di collocare temporalmente ciò che vedo,
 il tempo, il concetto circolare, la dimensione cronologica di tutti i fatti che avvolgono un artista e la sua arte, sono elementi imprescindibili per lo studio.
Ed ecco che, come per incanto, un piccolo dettaglio nascosto, sfuocato e apparentemente insignificante, si trasforma nell’elemento chiave,
nella parola magica del mondo incantato che apre le porte del linguaggio nascosto del quadro e dei suoi segreti…nonché dei miei.

“Ritratto di Marguerite Khnopff”
Collezione Personale

A Brussel, una mostra sul simbolismo belga e il suo grande artista Khnopff, autore della figura che ho scelto rappresentare la mia immagine e il mio nome: kolonistuga.
Museo e città che ho avuto il piacere di visitare l’anno passato,
dopo 17 anni di attesa.
Brussel custodisce alcune chiavi importanti per la mia evoluzione artistica,
architettonica e letteraria, per la mia persona.
Khnopff, fu corrispondente per la rivista delle Arts & Crafts “The Studio”, di cui gelosamente custodisco diverse copie di cui una interamente dedicata a lui , con stampe di bozzetti e altre opere, alcune mai compiute. (1893-99) Quella a me particolarmente cara è questa immagine di studio di viso femminile, che ritrae la sorella, che lui amava profondamente e morbosamente. Dalla studio del suo viso, usciranno le linee guida di tutti i tratti e relative re-interpretazioni di visi e figure femminili, delle sue sublimi opere simboliche ed evocative. Oggi su Repubblica ( 1 Maggio 2010), Cesare De Seta, scrive un illuminante articolo su questa mostra e il simbolismo Belga, che invito tutti a leggere e di cui copio alcuni frammenti:
“Bruxelles, l’arte ossessionata dal peccato tra ermafroditi e donne tentatrici”
“.. :al primo colpo salta all’occhio che la donna, incarnazione dell’angelo e del demone, è una protagonista assoluta di questa cultura. (il Simbolismo n.d.r)
Una donna puttana, una donna tentatrice, una donna adescatrice, esibita nel corpo,
nella sua nudità,
in veste e fogge scandalosamente provocanti.
Figure ermafrodite che hanno il loro duraturo trionfo nell’elegantissimo Des Caresses, 1896,
dove un giovane con un torso da scultura prassitelica sfiora il volto ermafrodita di una fanciulla che ha il corpo di un ghepardo:
Fernand Knhopff, ha un segno inconfondibile alla Franz Stuck, ma esibendo il felino chiude la partita con la tradizione dell’esotismo orientalista.
Il realismo del dipinto è solo una foggia esterna, quel che conta sono i significati che il soggetto trasmette:

negli stessi anni gli scambi tra la poesia di Mallarmé e i romanzi del belga Paledan sono assai stretti, stroncati a Parigi, hanno un gran successo in Belgio. …”

A seguire alcuni link utili:

http://www.riflessioni.it/enciclopedia/simbolismo.htm

http://www.artivisive.sns.it/fototeca/scheda.php?id=11029#