ASK ME NO MORE
ALMA TADEMA
La bellezza regna sul mondo come una promessa di verità!
L’eterno femminile che ha ragione delle cose del mondo, che genera la vita, l’amministra, la governa, si può comandare anche con una carezza!
Secondo la tradizione popolare, la bella Lady Godiva prese le parti della popolazione di Coventry, che stava soffrendo per le tasse oppressive imposte da suo marito. Lady Godiva gli chiese più volte di toglierle, ma il marito rifiutò sempre.
Stanco delle sue suppliche, le disse che avrebbe dato ascolto alla sua richiesta solo se avesse cavalcato nuda nelle vie della città. Lady Godiva lo prese alla lettera e, dopo la pubblicazione del proclama dove si raccomandava a tutte le persone di mantenere chiuse porte e finestre, cavalcò in Coventry, coperta soltanto dai suoi lunghi capelli.
Soltanto una persona nella città, un sarto poi conosciuto come Peeping Tom, disobbedì al proclama.[8] Nella storia, Tom fece un foro in una persiana per poter vedere il passaggio di Godiva e rimase cieco. Alla fine, il marito di Godiva mantenne la sua parola e abolì le tasse onerose.[7]
Lady Godiva di Edmund Blair Leighton(1892)
Una versione ancora più antica della leggendaracconta che Godiva attraversò il mercato di Coventry da un’estremità all’altra, mentre la gente era riunita, scortata solo da due cavalieri.[9] Questa versione è fornita nella Flores Historiarum da Roger di Wendover, un collezionista di aneddoti (morto nel1236).
La storia successiva, quella con il relativo episodio che riguarda Peeping Tom, comparve per la prima volta nelle cronache attorno al XVII secolo. A quel tempo, i penitenti erano soliti fare una processione pubblica soltanto con un piccolo indumento bianco simile a un odierno slip, che era certamente considerato biancheria intima. Quindi, alcuni studiosi ipotizzano che Godiva abbia realmente attraversato la città, come una penitente. La storia di Godiva passò poi nel folklore popolare e venne romanzata.
C’è anche un’altra teoria secondo cui la “nudità” di Lady Godiva potrebbe invece riferirsi al fatto che cavalcò per le strade senza i suoi gioielli, segno distintivo della sua appartenenza alla nobiltà. Resta comunque forte il dubbio se la famosa cavalcata sia un fatto storicamente accaduto.
Come la storia di Peeping Tom, anche il particolare che solo i lunghi capelli di Godiva avessero nascosto la sua nudità sarebbe un’aggiunta successiva (confrontare la fiaba di Raperonzolo). Anche altri elementi della storia hanno alcuni elementi in comune con il mito, la leggenda e le fiabe. Ad esempio, la storia di Peeping Tom che diventa cieco richiama i motivi del mistero violato e della punizione dell’intruso presenti in miti come quello di Diana e Atteone.
Lady Godiva
http://it.wikipedia.org/wiki/Lady_Godiva
http://www.francescodallera.it/lady%20godiva.htm
I Preraffaelliti
Si può costringere solo chi vuole essere costretto
Poster (litografia) di Manuel Orazi del film francese L’Atlantide del 1921 di Jacques Feyder tratto dal romanzo di Benoit. Con Stacia Napierkowska (la regina Antinea)
http://it.wikipedia.org/wiki/L%27Atlantide_(romanzo)
[…]Fantasie, forse; immaginazioni di un cervello eccitato e di un occhio turbato dai miraggi. Di certo un giorno rileggerò queste pagine con un sorriso di imbarazzata pietà, il sorriso del cinquantenne che rilegge vecchie lettere d’amore. Fantasie, immaginazioni. Ma queste fantasie, queste immaginazioni mi sono care. […] pag.12 LETTERA PRELIMINARE
[…] Per tutto il tempo che durò il diluvio, uno, due ore forse, Morhange e io restammo, senza dire una parola, chini su quella fantastica inondazione, ansiosi di vedere, di vedere sempre, di vedere ad ogni costo, compiacendoci, con una specie di ineffabile orrore, nel sentir oscillare sotto i colpi d’ariete dell’acqua lo zoccolo di basalto sul quale ci eravamo rifugiati. Credo che neppure per un momento, tant’era bello, desiderammo la fine di quel grandioso incubo.[…]pag.55 L’ISCRIZIONE
[…]Mi fregai gli occhi, volsi attorno lo sguardo e subito afferrai la mano del mio compagno. “Morhange”, supplicai, “ditemi che stiamo sognando.” Ci trovammo in una sala rotonda, con un diametro di circa cinquanta piedi, alta quasi altrettanto, illuminata da un immensa finestra, aperta su un cielo azzurro cupo. Le rondini passavano e ripassavano con strida rapide e gioiose. Il pavimento, le pareti e la volta erano d’una specie di marmo venato simile al porfido, rivestiti di piastre d’uno strano metallo, più pallido dell’oro, più scuro dell’argento, su cui passavano in quel momento i vapori dell’aria mattutina che entrava a profusione dalla finestra spalancata. Mi diressi barcollando verso la finestra, attratto dalla frescura dell’aria, dalla luce dissolvitrice dei sogni, e appoggiai i gomiti alla balaustra senza poter trattenere un grido di ammirazione. Mi trovavo su una specie di verone, tagliato nel fianco d’una montagna, a strapiombo sul vuoto. Sopra di me, l’azzurro; sotto, circondato da ogni parte da picchi che formavano una cerchia ininterrotta e inviolabile, mi appariva un vero e proprio paradiso terrestre, un giardino in cui i palmizi dondolavano mollemente le loro grandi foglie, e ai cui piedi crescevano tutti i piccoli alberi che essi proteggono nelle oasi: mandorli, cedri, aranci, e altri, molti altri, di cui da quell’altezza non discernevo la specie…Un ampio ruscello azzurro, alimentato da una cascata, sfociava in un incantevole lago, alle cui acque l’altitudine dava una meravigliosa trasparenza. Grandi uccelli volavano in circolo in quel pozzo verdeggiante; sul lago spiccava la macchia rossa di un fenicottero. Quanto alle montagne che levavano tutt’attorno le loro alte cime, esse erano tutte coperte di neve. Il ruscello azzurro, le verdi palme, i frutti d’oro e per di più quella neve miracolosa, tutto, in quell’aria che pareva immateriale tant’era fluida, tutto concorreva a formare qualche cosa di così puro, di così bello, che la mia povera forza d’uomo non potè più a lungo sopportarne la vista. Appoggiai la fronte sulla balaustra, ovattata anch’essa di quella neve divina, e mi misi a piangere come un bambino.[…]pag.79 IL RISVEGLIO NELL’HOGGAR
Maledetto per sempre il vano sognatore,
Che volle per il primo, preda a stupidità,
Facendo suo un assurdo e sterile problema,
Alla cose d’amore mescola l’onestà.
Baudelaire, pag. 119
[…]Non parlate finché non l’abbiate veduta. Da quel momento per lei rinnegherete tutto.[…]Onta a colui che svela il segreto dei suoi amori![…]Queste cose le racconto per me stessa, per non scordare. […]
Pierre Benoit “L’Atlantide” Sonzogno 1974
.......................
Zeus non potrebbe sciogliere le reti
di pietra che mi stringono. Ho scordato
gli uomini che fui; seguo l’odiato
sentiero di monotone pareti
ch’è il mio destino. Dritte gallerie
che si curvano in circoli segreti,
passati che sian gli anni. Parapetti
in cui l’uso dei giorni ha aperto crepe.
Nella pallida polvere decifro
orme temute. L’aria m’ha recato
nei concavi crepuscoli un bramito
o l’eco d’un bramito desolato.
Nell’ombra un Altro so, di cui la sorte
è stancare le lunghe solitudini
che intessono e disfano questo Ade
e bramare il mio sangue, la mia morte.
Ciascuno cerca l’altro. Fosse almeno
questo ultimo giorno dell’attesa.
………..
Non ci sarà sortita. Tu sei dentro.
e la fortezza è pari all’universo
dove non è diritto né rovescio
né muro esterno né segreto centro.
non sperare che l’aspro tuo cammino
che ciecamente si biforca in due,
che ciecamente si biforca in due,
abbia fine. E’ di ferro il tuo destino,
così il giudice. Non attender l’urto
del toro umano la cui strana forma
plurima colma d’orrore il groviglio
dell’infinita pietra che si intreccia.
Non esiste. Non aspettarti nulla.
Neanche nel nero annotare la fiera.
Specchi, nessuno ha scritto mai, sapendolo,
che cosa siete nell’essenza.
Interstizi del tempo voi, di buchi
pieni come crivelli.
immensi, al farsi buio, come selve…
Cervo ramoso il lampadario vi
traversa, impenetrabili.
A volte di pitture vi stipate.
Alcune paiono in voi trapassare,
altre lasciate fuori, timorosi –
ma la più bella resterà, fin quando
entro il suo viso che si nega invano
penetri il chiaro dissolto Narciso.
negli stessi anni gli scambi tra la poesia di Mallarmé e i romanzi del belga Paledan sono assai stretti, stroncati a Parigi, hanno un gran successo in Belgio. …”
A seguire alcuni link utili:
Ogni cosa mette in gioco tutta la potenza infinita della natura secondo la prospettiva determinata che essa esprime
tre scrittrici senza criterio raccontano
rivista di storia microstoria turismo cultura curiosità a cura di Alessandro Ferrini
Rebecca Lena
blog dedicato a Guido Mazzolini
"IL MONDO SAREBBE UN POSTO MIGLIORE, SE UNO DEI CINQUE SENSI FOSSE STATO L'IRONIA"
Colui che non riesce a trovare spazio per gli altri manca di comprensione, e a chi manca di comprensione tutti risultano estranei.- Zhuāngzǐ
Il nostro blog, la memoria di un Paese
Vive com'è
Per un romanzo diffuso dell'Antropocene
Letture, riflessioni sull'arte, sulla musica.
DI JESSICA MARTINO E MARIANNA PIZZIPAOLO
Eppur si muove
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