Poesia, Milo De Angelis
Gaston Bachelard, Aria, Acqua e Fuoco – Sociologia dello Spazio – Sogni da Svegli
Psicanalisi delle acque e altri testi

Gaston Bachelard, Aria, Acqua, Fuoco – Sogni da Svegli
“Esistono dunque due forme del pensare: il pensare indirizzato, e il sognare o fantasticare. Il primo, operando con gli elementi del linguaggio, serve a comunicare ed è faticoso e sfibrante. Il secondo, per contro, opera senza sforzo, spontaneamente potremmo dire, con contenuti già belli e pronti e guidato da motivi inconsci. Il primo crea acquisizioni nuove, adattamenti, imita la realtà e cerca di influire su di essa. Il secondo invece volge le spalle alla realtà, mette in libertà tendenze soggettive ed è, per quel che concerne l’adattamento, improduttivo” (5)
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Post del mio caro amico Paolo Ferrario
“C’è un’acqua che dorme nel fondo di ogni memoria”
“si può studiare solo ciò che si è prima sognato. La scienza si forma più su una fantasia che su una esperienza e sono necessarie parecchie esperienze per cancellare le nebbie del sogno […]” (32) .



I lavori di Robert Desoille

- “Antonio Tabucchi in Normale, Il filo dell’inquietudine – 23 maggio 2008”Antonio Tabucchi, nato a Pisa nel 1943, è stato docente di letteratura portoghese, scrittore, traduttore e giornalista, aveva esordito come scrittore nel 1975 con il romanzo Piazza Grande. Professore dell’ Università di Siena, ha insegnato… Altro
- “cacciare il dolore con verità”, Eschilo, tradotto da Emanuele SeverinoOriginally posted on Coatesa sul Lario e dintorni:
da l’Inno a Zeus, che sta al centro del primo canto intorno all’ara, nell’AGAMENNONE di Eschilo, nella traduzione di Emanuele Severino in Interpretazione e traduzione dell’Orestea di Eschilo, Rizzoli,… - “Essere donna, essere artista, essere mito” BolognaDonne, Miti, Leggende, Risorgimento, Ottocento, Arte
- “Fulvio Ferrario “Dietrich Bonhoeffer: un cristianesimo non religioso” I puntata: “A caro prezzo””“Dietrich Bonhoeffer: un cristianesimo non religioso” La saggezza che salva Psichiatria Fenomenologica
- “L’altro ‘900” Anna BantiAnna Banti “Di tanto in tanto si spandeva la notizia che un caso di seconda memoria fosse apparso in uno di quei singolari collegi: ed era vero, infatti, che all’improvviso, una qualche fanciulla anemica, indebolita… Altro
IMPRESCINDIBILE 1,2,3 -ABOUT ME
IMPRESCINDIBILE 1,2,3 -ABOUT ME
Sapere, Intelletto
Link al testo
«Qual’ è quindi lo specifico umano: è l’intelletto freddo da cui procedono analisi, tecnica operativa e scienza, oppure è la ragione calda da cui procedono sintesi, arte immaginativa e umanesimo? La distinzione tra intelletto e ragione risale a Immanuel Kant, che nella Critica della ragion pura distinse attentamente l’intelletto (Verstand) dalla ragione (Vernunft), in quella che secondo Hannah Arendt è «la più grande scoperta di Kant». L’intelletto genera conoscenza, la ragione genera significato. Le due cose non sono per nulla uguali: si può avere una grande conoscenza del mondo, e non vedervi nessun significato. A ben vedere, è il problema dei nostri giorni: possediamo una vastissima conoscenza del mondo e della vita, ma non ne vediamo un significato».
#VitoMancuso #ilCoraggioelaPaura #Garzanti
(Mente, Cuore, Pancia)
Esperienza, Emozioni, Empatia
Abitare, Identità di luogo, Rappresentarsi
Tempo libero, Condivisione, Cura
fenomenologico-trascendentale. (La fenomenologia è l’analisi della coscienza nella sua intenzionalità: essa esamina tutti i modi in cui qualcosa può essere dato alla coscienza ed esamina la validità riconoscibile agli oggetti di coscienza).
Cura è guardare, fermarsi, essere capaci di sentire gli altri, avere gli altri all’interno del “volume” della propria vita: la cura è sempre un luogo inclusivo. Curare non è guarire: è spendersi, portare l’altro sulle spalle, ma anche portare energie, visione… e portarli sugli altri: se sei un narciso egoista in te non c’è spazio per la cura. Ovviamente questo è un tema che non riguarda solo alcune categorie di persone: ad esempio anche in classe se non hai la cura, nulla funziona.
Quindi quali sono le parole chiave della cura?
La cura è portare armonie e connessioni, è il contrario dell’entropia, del disordine e del rumore caotico a cui siamo abituati. La cura è un progetto di avanzamento sociale, è propria di una società avanzata: possiamo avere anche poche risorse, ma è una questione di visione
- L’isola dei morti di Arnold BoecklinL’isola dei morti di Arnold Boecklin prima versione (di 5)1883 “Chi guarda questo quadro deve aver timore di disturbare il solenne silenzio con una parola espressa ad alta voce” L’interpretazione,il viaggio, il simbolismo Collegamenti: http://viadellebelledonne.wordpress.com/2008/08/22/emil-cioran-pensieri-e-arnold-bocklin-l’isola-dei-morti-pronto/… Altro
- TrsfigurazioneLa trasfigurazione è il concetto di oggi, mi è uscito dalla psiche per commentare le mie impressioni guardando la moltitudine di individui imprigionati da loro stessi in un centro commerciale…trasfigurati..persi, speriamo per sempre!
- LeggerezzaOggi mi sento leggera, sono appagata da questo freddo intenso, ho fatto acquisti che mi hanno soddisfatta e “sottolineano” il mio “carattere”, riesco quindi ad essere meno provocatrice del solito;(oppure pesante). Solitamente per mè l’inizio… Altro
- TerritorialitàConservare il futuro attraverso la Territorialità
- Errori ed OrroriCome è possibile che una parola di 9 lettere venga scambiata per una di 10? Come è possibile che ci sia tanta superficialità e cosi poca professionalità? Come è possibile che accada in ambito medico?… Altro
Naranjo- Lectio Magistralis Enneagramma – Gestalt Biosistemica – Psicodramma”
Gestalt “La Gestalt come antidoto alla sofferenza universale”

“Intorno al transpersonale”:
intervista a Claudio Naranjo




- “Antonio Tabucchi in Normale, Il filo dell’inquietudine – 23 maggio 2008”Antonio Tabucchi, nato a Pisa nel 1943, è stato docente di letteratura portoghese, scrittore, traduttore e giornalista, aveva esordito come scrittore nel 1975 con il romanzo Piazza Grande. Professore dell’ Università di Siena, ha insegnato… Altro
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“La Quarta Via” G. Gurdjieff
Cos’é il confine? Cos’è la soglia? Cos’è l’abbraccio?
Che cos’è il #confine? Cos’é l’#abraccio? #muri #ponti #speranza🍀 #incontri #diversità #soglia
“Ah, tutto è simbolo e analogia! / Il vento che passa, la notte che rinfresca / sono tutt’altro che la notte e il vento, / ombre di vita e di pensiero. / Tutto ciò che vediamo è qualcos’altro”. (Fernando Pessoa, Faust)
Verità e Divenire – Oltre il Linguaggio – Emanuele Severino
SguardosuSeverino_Miligi_Torno_07.pdf
OLTRE IL LINGUAGGIO
EMANUELE SEVERINO
La verità agisce sul divenire, dominandolo, nel senso che gli impedisce di prevaricare, ne annienta la prevaricazione.
L’errore è la convinzione che ciò che non può essere sia.
La Verità è annientamento
Lezioni americane 1988-2018 – Pantheon – Rai Radio 3 – RaiPlay Radio
“… non sono qui per parlare di futurologia, ma di letteratura… La mia fiducia nel futuro della letteratura consiste nel sapere che ci sono cose che solo la letteratura può dare coi suoi mezzi specifici”
paolomogliazza_20170402172235_Italo Calvino – Lezioni Americane.pdf
L’ora del Diavolo – L’uomo di Porlock – Sogni
FERNANDO PESSOA – ANTONIO TABUCCHI
http://www.letteratura.rai.it/embed/tabucchi-pessoa-e-il-portoghese/98/default.aspx

Come la notte è il mio regno, il sogno è il mio dominio. pag.25
L’anima vive perchè è perpetuamente tentata, benchè resista. Tutto vive perchè si oppone a qualcosa.
Io sono quello a cui tutto si oppone. pag.10
“E’ che il sogno, signora, è un azione divenuta idea; e che, perciò, conserva, la forza del mondo e ne ripudia la materia, cioè l’essere nello spazio. Non è forse vero che siamo liberi nel sogno?”pag.11
L’Uomo di Porlock
La storia marginale della letteratura registra come curiosità il modo in cui fu composto e scritto il Kubla Kahn di Coleridge.
Questo quasi-poema è uno dei più straordinari della letteratura inglese – la più grande, a parte la greca di tutte le letterature. E la straordinarietà dell’intreccio coesiste e si fonde con la straordinarietà della sua origine. E’ stato composto, racconta Coleridge, in sogno.
Egli soggiornava, di tanto in tanto in una tenuta solitaria, fra il villaggio di Porlock e quello di Linton.
Un giorno, per effetto di un sedativo che aveva preso, si addormentò; dormì tre ore, durante le quali, dice, compose l’opera, poiché le immagini e le espressioni verbali che corrispondevano loro si originavano nella sua mente parallelamente e senza sforzo.
Una volta sveglio, pensò di scrivere quello che aveva composto;
aveva già scritto una trentina di versi, quando gli venne annunciata la visita di un uomo di Porlock.
Coleridge si sentì obbligato a riceverlo.
Passò con lui quasi un ora. Ma al momento di rimettersi a trascrivere quello che aveva composto in sogno,
si accorse di essersi dimenticato il resto; si ricordava solo il finale del testo – altri ventiquattro versi.
E’ così che ci è giunto il Kubla Kahn come frammento o frammenti, il principio e la fine di qualcosa di pauroso, di un altro mondo, raffigurato in termini di mistero che l’immaginazione umana non può concepire, e di cui ignoriamo, con un brivido, quale potrebbe essere stata la trama. Edgar Poe (discepolo, che lo sapesse o meno di Coleridge), non ha mai raggiunto, in versi o in prosa, l’Altro Mondo in modo così spontaneo o con la stessa sinistra pienezza. In Poe, pur con tutta la sua freddezza, rimane qualcosa di nostro, sebbene in forma negativa; nel Kubla Kahn tutto è altro, tutto è Aldilà;
e ciò che non si riesce a decifrare accade in un Oriente impossibile, ma che il poeta ha visto davvero.
Non si sa – Coleridge non ce lo ha detto – chi fosse quell’ uomo di Porlock che tanti, come me, avranno maledetto. Sarà stato per una coincidenza fortuita che è spuntato questo seccatore sconosciuto a disturbare una comunicazione fra l’abisso e la vita? Sarà sorta, tale apparente coincidenza, da qualche occulta presenza reale, di quelle che sembrano impedire di proposito la rivelazione dei Misteri, anche se intuitiva e lecita, o la trascrizione dei sogni, se in essi sia latente qualche forma di rivelazione?
Comunque sia, credo che il caso di Coleridge rappresenti – in forma esasperata destinata a dar vita ad una allegoria vissuta – ciò che capita a tutti noi in quando questo mondo tentiamo, con la sensibilità per cui si fa arte, di comunicare, falsi pontefici, con L’Altro Mondo di noi stessi.
Il fatto è che tutti noi quando componiamo, anche se siamo svegli, è come se lo facessimo in sogno.
E a tutti noi, anche se nessuno viene a trovarci, si presenta nel nostro intimo, L’uomo di Porlock, il seccatore inatteso. Tutto quanto veramente pensiamo o sentiamo, tutto quanto veramente siamo subisce (quando lo esprimiamo anche solo a noi stessi) l’interruzione fatale di quel visitatore che siamo noi, di quella personalità estranea che ciascuno di noi ha in sé, più reale, nella vita. di noi stessi: la somma vivente di ciò che impariamo, di ciò che pensiamo di essere e di ciò che desideriamo essere.
Quel visitatore – perennemente sconosciuto perché, pur essendo noi, – questo seccatore – perennemente anonimo, perché, pur essendo vivo è – tutti noi lo dobbiamo ricevere, per debolezza nostra, fra l’inizio e la fine di una poesia concepita per intero, che non permettiamo a noi stessi di vedere scritta. E quello che di tutti noi, artisti grandi o piccoli, sopravvive realmente, sono frammenti di ciò che non sappiamo cosa sia, ma che sarebbe se ci fosse stato, l’espressione stessa della nostra anima.
Fossimo capaci di essere fanciulli, per non avere visite, né visitatori che ci sentiamo obbligati a ricevere!
Ma non vogliamo far aspettare chi non esiste, non vogliamo offendere l’ estraneo che è noi.
E così, di quello che sarebbe potuto essere, resta solo ciò che è; della poesia, o della opera omnia, solo il principio e la fine di qualcosa andato perduto – disiecta membra che come disse Carlyle, sono ciò che resta di ogni poeta, o di ogni uomo. [ OOP, III, 398-400]
L’Uomo di Porlock, (Fernando Pessoa, Pagine Esoteriche Adelphi, cit. pp 32-35)
CORROMPO, CERTO, PERCHE’ FACCIO IMMAGINARE. pag.13
CORROMPO MA ILLUMINO pag. 20
Queste Anime Viventi – La Fiaba di Filelfo

Queste Anime Viventi, Anima Mondo, Silvia Ronchey
La Fiaba di Filelfo

Podcast Radio 3, Silvia Ronchey
“Queste anime viventi. Animali, anima e mondo” con Silvia Ronchey – Prima puntata
Partendo dall’idea della pandemia da Coronavirus come sacrilegio verso il mondo animale e come peccato contro la terra possiamo notare come si sia creata, in modo spontaneo e a livello globale, una sorta di religione della natura, condivisa non solo dal pensiero laico ma anche e soprattutto dalle diverse religioni; che non hanno preso, durante la crisi, posizioni specifiche, né si sono spinte, come accadeva invece nelle pestilenze antiche, a promuovere riti collettivi o assemblee liturgiche che avrebbero compromesso le direttive del distanziamento sociale. Al contrario, i “templi” sono rimasti chiusi, seguendo i dettami della scienza. Ed ecco che la natura, offerta alla contemplazione umana mentre rifioriva nei mesi del lockdown, è rimasta, in qualche modo, l’unico tempio aperto. Il sentire collettivo di un’epoca, di un epos o di un dramma vissuti dall’umanità, non può essere descritto se non con un mito. Filelfo, un autore anonimo, ha scritto una fiaba contemporanea che attraverso, appunto, la costruzione di un mito raccoglie e racconta lo spirito del tempo sul rapporto tra gli uomini, gli animali e la terra. Si intitola L’assemblea degli animali ed esce proprio in questi giorni.
Nella prima puntata del nostro nuovo ciclo di Uomini e Profeti si racconterà in breve l’invenzione di Filelfo, ma non solo. La sua scrittura, apparentemente facile e divulgativa, è costruita su un minuzioso edificio di fonti letterarie, filosofiche e teologiche sulla natura, sugli animali, sull’anima del mondo.
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Vedi Tavola Smeraldina
«È vero senza menzogna, certo e verissimo, che ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare i miracoli di una sola cosa. E poiché tutte le cose sono e provengono da una sola, per la mediazione di una, così tutte le cose sono nate da questa cosa unica mediante adattamento….”
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| Saggi di Montaigne | festivalfilosofia

MICHEL DE MONTAIGNE
Il concetto di Esperimento…e quindi di Laboratorio che accompagna le nostre Prove di Esistenza
“Capita alle persone veramente sapienti quello che capita alle spighe di grano: si levano e alzano la testa dritta e fiera finché sono vuote, ma quando sono piene di chicchi cominciano a umiliarsi e ad abbassare il capo“.
Perché Montaigne è il primo moderno
Io dipingo me stesso
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Lezioni di Etica – Confucio e Gesù –

Lezioni di Etica – Confucio e Gesù


UN SEGRETO INEFFABILE
Desidero concludere questa mia indagine su Gesù dando la parola ad Albert Schweitzer, nel cui pensiero su Gesù, e in genere sulla vita, mi riconosco molto. Prima di diventare medico specializzato in malattie tropicali, recarsi nell’Africa equatoriale a fondare un ospedale trascorrendovi la gran parte della vita, Schweitzer, che era anche un eccellente esecutore delle opere organistiche di Bach, aveva passato molti anni a studiare le fonti su Gesù e le opere a lui dedicate, raccogliendo infine l’esito di questi suoi studi in un libro che ancora oggi, a distanza di oltre un secolo, rimane un punto di riferimento imprescindibile. Dopo oltre 750 pagine di analisi, queste sono le parole con cui egli concluse il suo lavoro: «Noi non troviamo nessuna denominazione che sappia esprimerci la sua essenza. Egli viene verso di noi come uno sconosciuto senza nome, così come si avvicinò sulla riva del lago a quegli uomini che non sapevano chi egli fosse. Pronuncia la stessa parola: Seguimi, e ci pone di fronte ai compiti che deve risolvere nella nostra epoca. Egli comanda. E si rivelerà a coloro che gli obbediscono, siano saggi o poco saggi. Si rivelerà nella pace, nell’azione, nelle lotte e nelle sofferenze che costoro vivranno in comunione con lui. Ed essi sperimenteranno chi egli è, come si conosce un segreto ineffabile». #VitoMancuso #Iquattromaestri

Pagina Facebook di Vito Mancuso
Nel grandioso progetto di presentazione del pensiero umano in tutto il suo sviluppo storico, il filosofo tedesco Karl Jaspers collocava all’origine quattro figure, da lui denominate «le personalità decisive» (die massgebenden Menschen): Socrate, Buddha, Confucio, Gesù. Come tutte le scelte che presiedono a una selezione, si tratta naturalmente di una scelta opinabile: perché Socrate e non Platone o Aristotele? Perché Buddha e non Abramo o Mosè? Perché Confucio e non Laozi? Perché Gesù e non Maometto? Jaspers riconosce il problema dicendo che «si sarebbe forse potuto pensare ad altri, come Abramo, Mosè, Elia o Zarathustra, o Isaia e Geremia, o Maometto o Laozi o Pitagora», e lo risolve dicendo che «nessuno di questi ha avuto una portata storica pari, in estensione e durata, a quella dei quattro». Riconosce che c’è un’eccezione, Maometto, al cui proposito però dichiara: «L’unico che esercitò un’influenza storica paragonabile in estensione a quella loro, non vi può essere paragonato quanto a profondità di essenza». Io condivido questa scelta, come dimostra il libro che ho scritto, e sono convinto con Jaspers che «l’evidenziazione di quei quattro assume il valore di una chiarificazione della coscienza storica universale». #VitoMancuso
I Quattro Maestri
Video di Elastica sul Canale Youtube
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“l’uomo esiste in quanto si relaziona con gli altri”
“L’Altro uomo non mi è indifferente, l’Altro uomo mi concerne, mi riguarda nei due sensi della parola “riguardare”. In francese si dice che “mi riguarda” qualcosa di cui mi occupo, ma “regarder” significa anche “guardare in faccia” qualcosa, per prenderla in considerazione. Io chiamo appunto questa “apparizione” dell’Altro, il volto umano”.
Lévinas e l’incontro con l’Altro
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Festival della Storia 2020, Bologna
Per ogni aggiornamento consultare sito e pagina facebook

LA STORIA SIAMO NOI.
Cambiamo il mondo ma il mondo cambia noi.
XVII edizione della “Festa internazionale della storia”
Fin dall’inizio della storia, quando la specie umana comparve e cominciò a popolare il pianeta alla continua ricerca di nuove risorse per sopravvivere, ogni evento di qualsiasi durata e portata di cui fosse artefice o partecipe ha prodotto cambiamenti.
Non a caso la storia è stata spesso definita come il cambiamento nel tempo in cui si alternano e si sommano persistenze e innovazioni, sviluppi e stasi, continuità e cesure in un insieme di dinamiche che si intrecciano in complessi processi evolutivi. I contesti naturali con le loro varianti climatiche e geoambientali con i loro eventi traumatici e distruttivi hanno contribuito a modellare queste trasformazioni, ma l’umanità ha impresso impronte sempre più profonde nei contesti naturali di cui è ospite tanto che al periodo della presenza umana sulla terra è stato attribuita la denomimazione di antropocene. Ogni persona ed ogni paesaggio sono esiti parziali di questa lungo sommarsi di trasformazioni indotte e subite la cui conoscenza è essenziale per cercare rinnovati equilibri e un’effettiva sostenibilità dei futuri sviluppi.

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“Max Weber alla prova del XXI secolo” Fondazione Gramsci ER

Immagini« del mondo» e trasformazione sociale. Max Weber alla prova del XXI secolo
In occasione del centenario della morte di Max Weber (1864-1920), la Fondazione Gramsci Emilia-Romagna presenta un ciclo di tre incontri che si propone di ripensare non solo il suo contributo nell’elaborazione di categorie centrali nelle scienze politiche e sociali, ma anche di riflettere sull’eredità e sull’utilità del suo pensiero per la comprensione del nostro presente.
In ambito di teoria politica si tratta di valutare la tenuta dei suoi concetti per interpretare il nostro tempo, segnato da populismi, sovranismi e nuove forme di investitura carismatica all’interno delle stesse democrazie liberali. In ambito filosofico-culturale, di riprendere le nozioni di «disincantamento», razionalizzazione, «immagine del mondo» e di riflettere sulla loro utilità per comprendere i processi culturali attraverso i quali diamo senso alla nostra esperienza. In ambito giuridico-economico, di fare il punto su natura e futuro del capitalismo; di capire quanto l’analisi weberiana delle radici etico-religiose del capitalismo moderno e dei loro effetti sulla «condotta di vita» dell’individuo borghese possa essere ancora almeno in parte valida alla luce degli attuali sviluppi del neoliberalismo e dei ‘soggetti’ che esso produce.
Link per le altre conferenze su piattaforma Zoom

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COSTRUIRE NEL CAOS, Festival PANDORA RIVISTA – Bologna 2020
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….in aggiornamento

Quale crisi? Quale critica?, Carlo Galli Crisi, rinascite e rivoluzioni, Franco Cardini Sala dello Stabat Mater, Biblioteca dell’Archiginnasio Pensare il caos: competenti e tecnostrutture nel capitalismo politico Auditorium Enzo Biagi Ritrovarsi nella crisi. Lavoro, appartenenza e sentire comune, Fabrizio Barca
Seconda edizione: Costruire nel caos. Crisi, identità, alternativa
Dialoghi di Pandora Rivista – Festival – 1-11 ottobre
Dialoghi di Pandora Rivista – Festival
Seconda edizione: Costruire nel caos. Crisi, identità, alternativa
Bologna, giovedì 1 – domenica 11 ottobre 2020
La crisi innescata dalla pandemia ha fatto riscoprire all’Occidente la radicale incertezza in cui siamo immersi. Il virus ha squarciato l’illusione di poter calcolare il futuro algoritmicamente, ha scompaginato l’immagine di un mondo completamente governabile e razionale. Il caos irrompe su processi consolidati, alterandoli in modi imprevedibili, e creando nuove configurazioni.
2 Agosto 1980 – Bologna
2 Agosto 1980
40°Anniversario della Strage di Bologna
OGNI VOLTA CHE SENTO QUELLA SIRENA…SONO QUELLE SIRENE



“LABORATORIO DI ETICA. I GRANDI MAESTRI – MAST
Laboratorio di Etica con Vito Mancuso e Armando Buonaiuto, 2 lezioni delle 4 in programma al Mast, purtroppo cancellate a causa dell’epidemia Covid-19
Si pone questi obiettivi il Laboratorio di Etica di Vito Mancuso, il format a cura di Elastica che dopo il successo della prima edizione torna a Bologna negli spazi dell’Auditorium della Fondazione MAST con un ciclo di quattro lezioni per approfondire il ruolo di Socrate, Buddha, Confucio e Gesù, i Grandi Maestri che sono all’origine delle diverse tradizioni etiche e spirituali dell’umanità.
“Vale a dire – spiega Mancuso – illuminare il messaggio di fondo, nella convinzione, come diceva Bergson, che ogni grande pensatore ha detto sempre e solo una cosa sola; esplicitare la dimensione etica vera e propria, anche alla luce della storia degli effetti scaturita lungo i secoli; infine confrontarci con la nostra attualità, un po’ nella linea di quanto Benedetto Croce a suo tempo fece con Hegel scrivendone ‘ciò che è vivo e ciò che è morto’”.
Ogni incontro si aprirà con una introduzione filosofica di Mancuso, cui seguirà l’interpretazione e il commento di Armando Buonaiuto, uno dei protagonisti del pensiero contemporaneo e curatore della rassegna culturale “Torino Spiritualità”. I due si confronteranno sulla figura presa in esame per poi aprire il dibattito al pubblico, che potrà così approfondirne ogni aspetto.
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….speriamo di poter recuperare presto gli altri 2 appuntamenti, su Gesù e Confucio

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